Post Image

Lo studio di Mastering:

 

 

Il mestiere del mastering, definito come una “forma d’arte”, ricade sulle abilità, l’esperienza e il buon gusto del tecnico di mastering, il quale è la vera chiave di tutto il processo.

Ma per esserlo si deve fidare di ciò che sente e quindi si deve fidare del suo studio; uno studio di mastering è solitamente costituito da un solo ambiente, per certi versi simile alla regia di uno studio di registrazione; quello che li distingue è una maggiore sobrietà dello studio di mastering dettata non da questioni di design, ma dalla parziale assenza di rack, mixer, registratori i quali rappresentano un ostacolo tra gli altoparlanti e le orecchie dell’ingegnere di mastering.

Inoltre tutti questi oggetti si comportano da superfici riflettenti che falsano la risposta in frequenza del programma musicale causando un più o meno percepibile effetto “comb filter” (filtraggio a pettine).

Bob Katz spiega che “il progetto della stanza di uno studio di mix non è così accurato come quello di uno studio professionale di mastering. Il rombo del condizionatore, il rumore del flusso d’aria, le ventole del computer, possono coprire i rumori nel mix. Indipendentemente da ciò, il tecnico di mix dovrebbe essere concentrato su queste cose oltre che al cantante che ha prodotto un tic con la bocca.

Di conseguenza, quando il mix arriva ad un più silenzioso studio di mastering, notiamo problemi sfuggiti all’ingegnere di mix: disturbi elettrici, un ronzio di un amplificatore per chitarra, un sibilo di un preamplificatore o rumori fatti dai musicisti durante il decadimento della canzone. Usiamo la nostra esperienza per decidere se questi sono problemi tollerabili o se hanno bisogno di essere risolti, ma per farlo “è fondamentale sentire tutto” (Katz 2007)

Quindi all’interno di questi studi è ricercata un’acustica più “flat” possibile in modo da avere un ascolto ideale e una cura del dettaglio sonoro grazie a questa linearità. Spesso si ricerca uno slope di circa 3dB/ottava che parte da circa 1000Hz.    

 

 

 

Il Monitoraggio:

 

L’altra differenza con la regia dello studio di registrazione è la tipologia di altoparlanti che solitamente troviamo negli studi di mastering. Uno studio di mastering è spesso dotato di una sola coppia di monitor grandi, di alta qualità e mai near-field (vedi fig.9).

Monitor da mastering Acoustic Tiger

Monitor da mastering Acoustic Tiger

Fig. 9. Monitor da mastering Acoustic Tiger

Pochi monitor near-field passano il test di “larghezza di banda e compressione”. Praticamente nessuno possiede una risposta alle basse frequenze sufficiente a dare un giudizio su problemi subsonici, e sono pochi a tollerare i veloci transienti e livelli di potenza musicali senza comprimere il suono.

Mentre i monitor finalizzati al mastering hanno una risposta in frequenza lineare con una banda passante molto ampia. Quest’ampiezza è molto importante per la zona delle basse frequenze, motivo per il quale, si utilizzano monitor con coni grandi spesso aggiungendo anche un subwoofer.

Raramente si trovano ascolti alternativi. Questo perché si presuppone che l’ingegnere di mastering conosca alla perfezione la risposta del suo studio e dei suoi monitor tanto da non richiedere un test A/B su un differente tipo di ascolti.

La scelta del monitoring è una cosa strettamente personale ma i principali monitor usati in mastering sono: Tannoy, B&W, Lipinski, Duntech, Tiger Acoustic, Focal, ecc…

Naturalmente, oltre a conoscere alla perfezione la risposta dei propri altoparlanti e ad avere investito parecchio denaro nella calibrazione acustica dell’ambiente d’ascolto, un ingegnere di mastering dovrà essere conscio delle caratteristiche dell’ascolto umano. In particolar modo dovrà tenere a mente le curve isofoniche (Fletcher-Munson) che ci dimostrano come a bassi volumi l’essere umano sia più sensibile alle frequenze medio-alte e poco sensibile alle basse e alle alte, tendenza che però si linearizza al crescere del livello di intensità sonora (spiegato nell’articolo relativo alla loudness war).  

 

 

Leggi altri articoli relativi al mastering:

 

Marco James D’Emidio

 

Oltre che professionisti, prima di tutto siamo un team di appassionati di tutto ciò che riguarda il creativo e l’innovativo.

Hai trovato risposte in questo nostro articolo?

Hai bisogno di una consulenza o vuoi semplicemente delle informazioni?

Daema Studio 

Prossimo
Loudness War: definizione ed analisi