Tecniche di controllo del panorama nel mastering

 

Una volta intervenuti sulla correzione degli errori tramite equalizzazione, poi sulla gestione della dinamica, tramite compressione, ed infine sull’enfatizzazione tonale, un tecnico di mastering agisce sul controllo del panorama. Come ogni altro intervento in fase di mastering, anche le operazioni svolte sull’immagine stereofonica hanno principalmente finalità “curative”. 

La cosa cui bisogna prestare maggiormente attenzione è che la potenza RMS del nostro brano non sia sbilanciata fra canale destro e sinistro. Uno squilibrio tra i due canali oltre ad esercitare una diversa tensione sul nostro apparato uditivo (tra l’orecchio destro e quello sinistro), dovuta ad una diversa pressione sonora, potrebbe innescare i processori dinamici con tempistiche diverse tra i canali.

Per questa ragione, in caso di persistente sbilanciamento dell’RMS  lungo tutto il brano, è bene riequilibrare la distribuzione del volume prima di procedere con gli altri processi. Motivo per cui è fondamentale munirsi di un buon RMS meter (vedi fig.37)

Esempio di meter RMS - peak

Esempio di meter RMS – peak

    

Fig. 37. Esempio di meter RMS – peak

Un esempio molto comune, potrebbe essere un mixaggio in cui ci sono una maggioranza di strumenti panpottatti più da un lato che dall’altro, oppure dei suoni con decadimento più lungo su un canale e quelli con decadimento più veloce sull’altro. Un altro dei motivi principali che causano uno sbilanciamento tra canale destro e sinistro è un carico maggiore di frequenze basse da un lato piuttosto che da un altro.

È vero che il mastering è un processo principalmente correttivo ma non bisogna comunque tralasciare l’aspetto creativo che probabilmente è ciò che maggiormente identifica un ingegnere di mastering da un altro. Esiste, infatti, anche un utilizzo artistico dei processori per l’immagine stereofonica; si può ad esempio ristabilire un certo equilibrio tra i suoni centrali e quelli posti ai lati, si può restringere l’immagine stereofonica o al contrario allargarla dando una maggiore sensazione di spazio nel mix.    

 

 

 

 interventi più comuni 

 

 

  1. Manipolazione degli equilibri che esistono tra il mid e il side, il left e il right: si ottiene variando le relazioni tra il segnale mid e quello side tramite l’attenuazione (compressione) o il guadagno (amplificazione) da parte di uno o dell’altro. Questa operazione può essere effettuata sia in analogico che in digitale anche se l’operazione più comune, ossia quella di alzare il side, è fatta in digitale poiché si lavora sulle fasi e c’è il rischio di “smantellarle”. In generale questa prima tipologia d’intervento è il processo di più largo utilizzo grazie ad una grande semplicità d’implementazione. Se usata con garbo risulta molto naturale altrimenti, variando le relazioni tra mid e side, potrebbero spostarsi gli elementi del mix e risulterebbe molto sgradevole. In tal caso si può intervenire sul mid comprimendolo. (vedi fig.38)
Voxengo MSED

Voxengo MSED

Fig. 38. Voxengo MSED

 

  1. Manipolazione dinamica del mid: si ottiene utilizzando una compressione, lenta e gentile, per solidificare il mid e lasciare il side più vitale. È molto simile al punto 1 ma con un vantaggio; si usa la stessa compressione che si avrebbe usato sul master ma solo sul mid, in modo tale che il mid rimanga compatto e il side vitale e naturale. Bisogna comunque rimanere entro un range di 1-2 dB tra mid e side. Anche qui una piccola compressione del mid si traduce in un grande effetto sul totale ma una compressione errata risulterebbe molto innaturale provocando un eventuale collasso di tutti gli strumenti centrali e della voce. Infatti, per evitare eventuali problematiche, il mastering engineer chiede una traccia vocale ed un strumentale separate. (vedi fig.39)
Elysia alpha compressor

Elysia alpha compressor

Fig. 38. Elysia alpha compressor

  1. Manipolazione delle frequenze: si ottiene equalizzando particolari frequenze rispettivamente nel mid e nel side. Spesso si usa l’equalizzazione sul mid per togliere le basse mentre alzando le frequenze alte sul side si ha un’illusione di apertura del panorama stereo. La possibilità di rendere mono il range basso è fondamentale per adattare il brano al supporto di stampa, nel caso si tratti di un vinile: la testina di lettura dei giradischi non è in grado di riprodurre frequenze basse che differiscano tra canale destro e sinistro senza saltare. Per questa ragione, dovendo stampare il disco su vinile, bisogna restringere in mono tutte le frequenze basse al di sotto dei 100Hz. D’altronde, il side è quello che richiede più attenzione, dovendo lavorare su prodotti fatti in ambienti non trattati, cosi da correggere problemi di risonanze. (vedi fig.39)
Brainworx Modus MS eq.

Brainworx Modus MS eq.

Fig. 39. Brainworx Modus MS eq.

  1. Inserimento di riverberi: si può ricorrere a spazi creati artificialmente per ampliare lo spazio percepito. In realtà, il riverbero è raramente utilizzato a causa di algoritmi non naturali, inserimento di risonanze sulle basse e tintinnii sulle frequenze alte, ed un alto rischio di rendere caotici gli elementi del mix. Inserito per la prima volta da Izotope in Ozone (stazione digitale per il mastering ITB) nella gran parte dei casi viene utilizzato esclusivamente per la correzione dei fades, in quanto è molto utile per allungare fades troppo ripidi. In fase di mastering si utilizzano soltanto i riverberi ad algoritmo perchè quelli a campione possono soffrire del troncamento del campione stesso, facendo soffrire il nostro prodotto finito delle risonanze di quel campione troncato. Inoltre se dopo aver inserito il riverbero effettuiamo una compressione, le code aggiunte diventano lunghissime e difficili da gestire.(vedi fig.40)

 

Bricasti M7 stereo reverb processor

Bricasti M7 stereo reverb processor

Fig. 40. Bricasti M7 stereo reverb processor

 

  1. Introduzione di delay o effetto Haas: tramite delay più o meno lunghi si può ricreare uno spazio artificiale attorno all’ascoltatore. Più è in ritardo il suono e più l’ambiente attorno a questo suono è ampio, quindi applicando un delay al side si allarga il campo stereo. È un intervento trasparente e monocompatibile che va usato con molta parsimonia dato il rischio introdurre comb e phase filtering. (vedi fig.41)

 

K-stereo ambience processor

K-stereo ambience processor

Fig. 41. K-stereo ambience processor

 

Grazie a queste tecniche di controllo del panorama nel mastering sarà possibile passare allo step successivo: limiting e controllo dei livelli nel mastering.   Leggi altri articoli relativi al mastering:

  • Cos’è il Mastering Audio? Introduzione e cenni storici
  • Loudness War: definizione ed analisi
  • Lo studio di mastering: caratteristiche e monitoring
  • Mastering analogico o digitale? Pro e contro
  • Tecniche di equalizzazione nel mastering
  • Tecniche di compressione nel mastering
  • Limiting e controllo dei livelli nel mastering
  • Controllo dei livelli stesura tracklist e conversione tra i formati nel mastering

 

 

Marco James D’Emidio

 

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